Detrazioni fiscali per aziende: tutto ciò che devi sapere

agevolazioni fiscali

Le detrazioni fiscali sono delle riduzioni che si applicano sui costi d’imposta IRPEF versati da ciascun contribuente tramite dichiarazione dei redditi o 730.

In altre parole, le detrazioni fiscali equivalgono a un rimborso parziale su varie tipologie di spese sostenute, dalle ristrutturazioni condominiali alle spese sanitarie.

Nell’articolo di oggi, Rag. Andrea Marchetti parlerà in dettaglio delle detrazioni fiscali

Detrazioni fiscali: come funzionano

In questo modo al contribuente è offerta una forma di sostegno per far fronte alle spese affrontate nell’anno solare appena concluso.

Le detrazioni spettano a:

  • Privati;
  • Liberi professionisti;
  • Aziende.

Le aziende che possono usufruire di agevolazioni e rimborsi fiscali sono tenute a comunicare la relativa documentazione (comprensiva del saldo delle imposte per gli anni in questione) direttamente all’Agenzia delle Entrate attraverso il portale telematico della stessa. Sarà l’Agenzia a ricontattare l’azienda con il dettaglio del risparmio sull’imposta relativa a ciascun anno.

Agevolazioni fiscali per aziende

Sono tante le misure agevolative e riguardano l’avvio di una nuova impresa, gli investimenti in innovazione, la crescita, il rafforzamento patrimoniale, gli investimenti in macchinari, impianti e software, l’internazionalizzazione, gli investimenti in formazione, in ricerca e sviluppo, in efficienza energetica, in nuove assunzioni, fino ad arrivare agli sgravi fiscali.

Per quello che concerne le agevolazioni concesse alle imprese è necessario precisare che annualmente possono essere modificate, integrate o addirittura eliminate. Per questo motivo è meglio farsi assistere da un professionista del settore come un commercialista.

Le agevolazioni possono essere erogate sotto forma di finanziamenti, crediti di imposta oppure sotto forma di esenzione di tutto o parte del reddito prodotto a seguito di una particolare spesa, investimento o assunzione di personale.  Per le imprese abbiamo una delle più conosciute sono quelle previste per spese come ricerca e sviluppo, oppure il bonus assunzioni, o investimenti in particolari settori economici come ad esempio il settore edile di cui il governo si sta interessando per sostenerlo o promuoverlo oppure anche misure volte ad incrementare la sicurezza sul lavoro.

Lo Studio Marchetti è specializzato nella consulenza in ambito fisco e tributi. Lo Studio ha come obiettivo l’offerta di servizi di qualità ponendo ’attenzione alle reali necessità dei Clienti, approfondendo i contatti e garantendo una differenziazione e personalizzazione delle risposte e delle soluzioni proposte sul continuo processo di miglioramento, al fine di far fronte alle esigenze del Cliente.

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Accertamento fiscale, cos’è e come difendersi

accertamento fiscale

Con il termine accertamento fiscale si indica il provvedimento con cui il Fisco chiede il pagamento di maggiori tributi rispetto a quelli già versati – o non versati – dal contribuente.

Si può indicare anche l’insieme delle attività amministrative che portano all’emanazione dell’atto impositivo finale.

L’atto di accertamento viene emanato tipicamente l’Agenzia delle Entrate per i tributi dovuti allo Stato. Ma può anche essere un ente locale come ad esempio dal comune che potrebbe contestare il mancato pagamento dell’imposta sui rifiuti.

Nell’articolo di oggi, Consulenza Tributaria ci parlerà nel dettaglio dell’accertamento fiscale.

Caratteristiche dell’accertamento fiscale

Che sia avviso di accertamento, avviso di liquidazione, atto impositivo, atto di recupero a tassazione, l’accertamento è lo stesso per contenuto e per caratteristiche di base.

In primo luogo, si ha la motivazione. Una spiegazione chiara e comprensibile delle ragioni per cui si ha una richiesta di maggiori pagamenti. Si devono indicare sia i fatti rilevanti, sia le norme di diritto violate. In questo modo si ha la possibilità presentare ricorso al giudice.

Se la motivazione dell’accertamento è incompleta o contraddittoria, l’accertamento stesso è illegittimo e può essere contestato.

L’accertamento deve essere tempestivo. Esistono regole generali che limitano nel tempo la facoltà della Pubblica Amministrazione di pretendere ulteriori pagamenti. Sono i cosiddetti termini di decadenza e di prescrizione. Ad esempio l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di contestare la mancata comunicazione della dichiarazione dei redditi entro 7 anni da quando la stessa dichiarazione andava presentata.

Cosa fare in caso di accertamento fiscale

Il contribuente può contestare le pretese emesse una volta decorsi i termini di prescrizione o decadenza che risultano quindi illegittime.

L’accertamento deve rispettare precisi requisiti di forma. Quindi deve essere sottoscritto dal funzionario responsabile o incaricato e deve essere notificato al contribuente con raccomandata con ricevuta di ritorno, con consegna a mani o con Pec.

Ogni accertamento fiscale può essere contesto alla Commissione Tributaria Provinciale o alla Commissione Tributaria Regionale entro 60 giorni dall’avvenuta notifica. Al termine dei 60 giorni l’atto, seppur illegittimo, diventa definitivo e immediatamente esecutivo, consentendo la riscossione da parte dell’ente incaricato.

Lo Statuto dei contribuenti impone che l’accertamento fiscale, per essere valido, contenga tutte queste informazioni.

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