Contenziosi Tributari: cosa sono

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I contenziosi tributari sono dei procedimenti giudiziari che fanno riferimento a tutte quelle controversie esistenti tra un contribuente e l’amministrazione. In Italia i contenziosi tributari sono regolati dal DL 546 del 1992.

In genere, i contribuenti si avvalgono della consulenza tributaria e finanziaria di ragionieri esperti come il Rag. Marchetti Andrea per impugnare gli atti amministrativi.

Contenziosi Tributari: come effettuare ricorso

La prima cosa da fare quando si decide di muoversi attraverso un contenzioso tributario è il ricorso. Quando al contribuente arriva una cartella esattoriale si dovrà preoccupare immediatamente di contestarla in quanto può portare, se non pagata, alla riscossione coatta.

Quando si effettua ricorso, il contribuente è obbligato per legge ad anticipare il 30% della spesa. Questo atto però genera un presupposto incompatibile con l’innocenza del contribuente e la sospensione degli atti esecutivi da parte del giudice.

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Questo porterà successivamente il contribuente e il rappresentante amministrativo davanti al giudice. In questo caso l’atto impositivo dell’amministrazione dovrà contenere tutti i fatti costitutivi che ne dimostrino la validità per cui è valida la pretesa tributaria, il ricorso effettuato dal contribuente invece dovrà invece dimostrare le motivazioni per cui i fatti esposti da parte dell’amministrazione sono di per sé invalidi dimostrando tutti i fatti estintivi e impeditivi di tale pretesa.

Il processo e il giudizio

Il processo viene avviato solo dopo che il presidente della commissione decide quando avverrà l’udienza e il relatore dedicato. Si potranno inviare i documenti entro e non oltre 20 giorni dall’udienza.

Quando si arriverà all’udienza i partecipanti dovranno indicare, secondo principio dispositivo, tutte le prove a loro sostegno. Per quanto riguarda l’appello sono previste tutte le disposizioni di appello di primo grado e ci sono due norme fondamentali per questo procedimento: la prima è il divieto di sottoporre nuove domande come da articolo 57 e di rinuncia alle domande già riproposte come da articolo 56.

In seguito il giudice dovrà accettarsi dell’ammissibilità di entrambi i ricorsi ed infine prendere la decisione basandosi sulla legge.

Per sapere di più sui contenziosi tributari contatta il Rag Andrea Marchetti.

Legge finanziaria: cos’è e come funziona

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La legge finanziaria, che viene definita anche legge di stabilità, è una legge ordinaria o strumento legislativo peculiare dello Stato Italiano.

Viene emanata attraverso una proposta elaborata dal governo italiano in carica e vuole regolare la politica economica di un triennio. Al suo interno si trovano disposizioni dedicate al tema della finanza, della finanza pubblica e politiche di bilancio.

Legge finanziaria: contenuto

Quando il governo emana una nuova legge finanziaria, può introdurre tutte le normative utili per valutare le entrare, le spese e può fissare anche un tetto massimo per l’indebitamento dello Stato. Il contenuto della legge finanziaria si compone di:

  • saldo netto ossia la differenza tra le entrate e le spese del pubblico
  • il saldo del ricorso al mercato
  • i fondi speciali
  • gli importi massimi da destinare al rinnovamento dei contratti pubblici
  • stanziamento per i rifinanziamenti
  • previsioni di spesa in ottica di lungo termine
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Inoltre grazie alla legge finanziaria possono essere eseguite diverse manovre economiche. Le due principali sono le manovre di tipo restrittive che comportano l’austerità per andare incontro alla riduzione del debito pubblico oppure le manovre di tipo espansive, che mirano alla crescita economica del paese.

Ultima tipologia di manovra è la stretta patrimoniale sui redditi.

La manovra della legge finanziaria 2022

La nuova legge finanziaria 2022 o legge di stabilità 2022 è tornata nuovamente a far parlare di se dopo la proposta da alcuni esponenti di LeU e PD che prevede un nuovo dibattito sulla patrimoniale. Tale manovra prevede l’abolizione dell’Imu, la tassa sugli immobili, e dell’imposta di bollo sui conti correnti che verranno sostituite con un’imposta patrimoniale applicata ai grandi patrimoni che variano dai 500 mila euro fino a superare 1 miliardo di euro. L’aliquota prevista per questi patrimoni è variabile:

  • 0,2% su patrimoni che vanno dai 500 mila fino ad un massimo di 1 milione di euro
  • 0,5% su patrimoni che vanno tra 1 milione e 5 milioni di euro
  • 1% per tutti i patrimoni tra i 5 milioni e i 50 milioni di euro
  • 2% per tutti i patrimoni oltre i 50 milioni di euro
  • Infine il 3% una tantum solo per l’anno corrente per tutti i patrimoni che ammontano o superano 1 miliardo di euro.

Inoltre, in base a questa manovra, per tutti i patrimoni che si trovano all’estero e non dichiarati attraverso la dichiarazione dei redditi, sono previste multe che variano dal 3% al 15% sulla base del patrimonio non dichiarato al fisco Italiano.

Contatta il Rag. Andrea Marchetti per comprendere al meglio la legge finanziaria, la dichiarazione dei redditi e avere una consulenza tributaria e fiscale effettuata da un esperto.