Certificazione Unica e 730, cosa fare

certificazione unica

La Certificazione Unica e il modello 730 sono due documenti fondamentali per i contribuenti italiani.

La Certificazione Unica raccoglie tutte le informazioni relative ai redditi e alle ritenute subite dai contribuenti nel corso dell’anno precedente, mentre il modello 730 è utilizzato per presentare la propria dichiarazione dei redditi e richiedere eventuali detrazioni e deduzioni fiscali.

Nei prossimi mesi sarà necessario occuparsi della gestione del reddito. In questo articolo, esamineremo più da vicino cosa fare e come utilizzare questo tipo di documentazione.

Cos’è la Certificazione Unica

Si tratta di un documento emesso dai datori di lavoro, dagli enti previdenziali e da altri soggetti che pagano redditi. Nel documento sono raccolte tutte le informazioni relative ai redditi e alle ritenute subite dai contribuenti nel corso dell’anno precedente. La Certificazione Unica è obbligatoria per tutti i contribuenti e deve essere utilizzata per compilare la propria dichiarazione dei redditi.

La Certificazione Unica contiene numerose informazioni riguardanti il reddito complessivo del contribuente, le ritenute previdenziali e assistenziali, le ritenute fiscali e le detrazioni a cui il contribuente ha diritto.

Queste informazioni sono utilizzate per calcolare il reddito imponibile del contribuente e determinare l’importo dell’imposta da pagare.

Cos’è il modello 730

Il modello 730 è il documento che i contribuenti italiani utilizzano per presentare la propria dichiarazione dei redditi. Il modello 730 è utilizzato anche per richiedere eventuali detrazioni e deduzioni fiscali, come ad esempio le spese mediche, le spese per l’istruzione dei figli, le spese per l’acquisto di mobili e di elettrodomestici, le spese per le ristrutturazioni edilizie e le donazioni a scopo benefico.

Il modello 730 può essere compilato in modalità ordinaria o in modalità semplificata.

La modalità ordinaria richiede la compilazione di tutte le sezioni del modello 730, mentre la modalità semplificata è riservata ai contribuenti con redditi di modesta entità, ovvero coloro che non superano i 15.000 euro.

Come utilizzare la Certificazione Unica per compilare il modello 730

Per compilare correttamente il modello 730, è necessario utilizzare la Certificazione Unica come riferimento.

In particolare, sarà necessario effettuare una veridica di tutte le informazioni contenute nella certificazione per essere sicuri che siano corrette e complete. Nel caso in cui ci siano degli errori o delle omissioni, è importante contattare il datore di lavoro o l’ente previdenziale per richiedere una correzione.

Una volta verificata la correttezza delle informazioni presenti sulla Certificazione Unica, è possibile procedere con la compilazione del modello 730.

Compilazione del modello 730

Il modello 730 è composto da diverse sezioni:

  • La sezione dedicata ai redditi di lavoro dipendente
  • quella relativa ai redditi di lavoro autonomo
  • la sezione relativa alle detrazioni e alle deduzioni fiscali
  • infine, quella relativa al calcolo dell’imposta.

Nella sezione relativa ai redditi di lavoro dipendente, è necessario inserire tutte le informazioni relative al proprio reddito, alle ritenute previdenziali e assistenziali e alle ritenute fiscali. Queste informazioni possono essere facilmente recuperate dalla Certificazione Unica.

La sezione relativa ai redditi di lavoro autonomo prevede l’inserimento di tutti i redditi derivanti dall’attività di lavoro autonomo, come le spese deducibili e le ritenute fiscali. Anche in questo caso, la Certificazione Unica sarà di grande aiuto per la compilazione.

Nella sezione relativa alle detrazioni e alle deduzioni fiscali, è possibile richiedere le detrazioni a cui si ha diritto. Possiamo richiedere la detrazione per spese mediche o per le spese d’istruzione dei figli, ma anche per le ristrutturazioni edilizie.

Infine, nella sezione relativa al calcolo dell’imposta, è possibile calcolare l’imposta dovuta e verificare se sono presenti eventuali crediti d’imposta o debiti fiscali.

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Cassetto fiscale, il portale per le fatture digitali

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Il cassetto fiscale è una piattaforma online che permette ai contribuenti di accedere a tutti i documenti relativi alle proprie dichiarazioni fiscali, evitando di doverli conservare in formato cartaceo.

Ma il cassetto fiscale, cos’è? In questo articolo di Consulenza Tributaria esploreremo in dettaglio il funzionamento del cassetto fiscale, quali sono i documenti presenti, le fatture e quali sono i vantaggi per i contribuenti.

Cassetto fiscale, cos’è?

Si tratta di un’area riservata all’interno a cui i contribuenti possono accedere sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Quest’area è utile perché vi si possono trovare tutti i documenti relativi alle dichiarazioni fiscali degli ultimi quattro anni.

Come si accede

AL cassetto fiscale si accede utilizzando le credenziali rilasciate dall’agenzia delle entrate oppure con un’identità digitale SPID, CIE o CNS.

Quali documenti si trovano nel cassetto fiscale

Quali sono i documenti presenti nel cassetto fiscale? Tra i documenti presenti nel cassetto fiscale troviamo, ad esempio, la dichiarazione dei redditi, la dichiarazione dell’IVA, la comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute, la ricevuta di pagamento dell’IMU e la documentazione relativa alle detrazioni fiscali, come le spese sanitarie o le spese per l’acquisto di mobili o elettrodomestici.

Per accedere a questi documenti, basta selezionare il periodo di interesse e scaricare il file in formato PDF. In questo modo, è possibile conservare i documenti sul proprio computer o su altri dispositivi digitali, evitando di doverli stampare e conservare in formato cartaceo.

A cosa serve il cassetto fiscale?

Il cassetto fiscale offre numerosi vantaggi per i contribuenti, a partire dalla possibilità di avere sempre a disposizione i propri documenti fiscali in modo sicuro e facilmente accessibile. Inoltre, grazie alla conservazione in formato digitale, è possibile evitare il rischio di smarrimento o deterioramento dei documenti cartacei.

Il cassetto fiscale consente anche di effettuare alcune operazioni online, come la richiesta di codice fiscale o l’invio telematico delle dichiarazioni fiscali. In questo modo, è possibile risparmiare tempo e semplificare la propria vita fiscale.

Infine, il cassetto fiscale è utile anche per l’amministrazione fiscale, in quanto consente di avere una visione più completa e aggiornata della situazione fiscale dei contribuenti e di evitare eventuali errori o omissioni.

Il cassetto fiscale per monitorare le fatture

È importante ricordare di utilizzare il cassetto fiscale con regolarità, per avere sempre a disposizione documenti aggiornati e tenere sott’occhio la propria situazione fiscale. Inoltre, è consigliabile verificare periodicamente la presenza di eventuali errori o omissioni nei propri documenti fiscali e segnalarli tempestivamente all’amministrazione fiscale.

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Tassazione internazionale, cosa sapere

tassazione internazionale

La tassazione internazionale è un argomento complesso e delicato che ogni azienda italiana che opera all’estero deve conoscere bene.

È infatti fondamentale comprendere le regole fiscali per evitare sanzioni e rischiare di perdere credibilità nel mercato estero. Nell’articolo di oggi del Ragioniere Marchetti, parliamo di Tassazione Internazionale e delle best practice per muoversi al meglio.

I principi di base della tassazione internazionale

Innanzitutto, bisogna considerare che ogni Paese ha la propria legislazione fiscale e, quindi, le regole possono variare a seconda del luogo in cui si opera. Tuttavia, in generale, le aziende italiane che fanno business all’estero devono fare i conti con la doppia imposizione, ovvero la tassazione sia nel Paese di origine che in quello in cui si svolge l’attività.

Per evitare la doppia tassazione, l’Italia ha stipulato accordi bilaterali con altri Paesi, i cosiddetti trattati internazionali. Grazie a questi accordi, le imprese italiane possono beneficiare di alcune agevolazioni fiscali, come la riduzione o l’esenzione dell’imposta nel Paese estero.

Per sapere se esiste un trattato bilaterale con il Paese in cui si opera, è possibile consultare il sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze. In alternativa, ci si può rivolgere a un consulente fiscale esperto in tassazione internazionale.

Va comunque considerato che ogni accordo bilaterale ha regole specifiche; pertanto, è necessario valutare caso per caso. Ad esempio, alcuni trattati prevedono la tassazione sul reddito solo nel Paese di origine, altri prevedono l’esenzione dell’imposta solo per un certo periodo di tempo, etc.

La pianificazione fiscale internazionale

In ogni caso, è importante che le aziende italiane che operano all’estero rispettino le norme fiscali dei Paesi in cui si trovano. Ad esempio, è necessario registrarsi presso le autorità fiscali locali e presentare le dichiarazioni dei redditi e delle imposte dovute.

È inoltre fondamentale che le imprese italiane conoscano e rispettino gli obblighi fiscali imposti dall’Italia, come la dichiarazione dei redditi e la presentazione del modello F24 per il pagamento delle imposte dovute.

Infine, va sottolineato che la tassazione internazionale non riguarda solo le grandi aziende che operano all’estero, ma anche le piccole e medie imprese che effettuano transazioni commerciali con l’estero. In questi casi, è importante avere una conoscenza approfondita delle norme fiscali internazionali per evitare sanzioni e problemi con le autorità fiscali.

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Pianificazione successoria per imprese a conduzione familiare

pianificazione successoria

L’imprenditoria a conduzione familiare è un elemento fondamentale dell’economia italiana. Tuttavia, molte di queste imprese rischiano di fallire a causa di problemi di successione.

In molti casi, la mancanza di una pianificazione adeguata può portare a conflitti legali e fiscali, mettendo a rischio la continuità dell’impresa. Per questo motivo, la pianificazione successoria è un passaggio fondamentale per la gestione delle imprese a conduzione familiare.

In questo articolo, insieme al ragioniere Marchetti, parleremo di questo processo e di come deve essere effettuato.

Cosa è la pianificazione successoria

Si tratta del processo di organizzazione della transizione del controllo e della proprietà di un’impresa da una generazione all’altra. La pianificazione successoria può aiutare a prevenire conflitti e problemi legali, garantendo la continuità dell’impresa. Una pianificazione successoria adeguata può anche aiutare a minimizzare l’impatto fiscale della successione, salvaguardando il valore dell’impresa per gli eredi.

I benefici della pianificazione successoria per le imprese a conduzione familiare

Una pianificazione successoria adeguata può aiutare le imprese a conduzione familiare a garantire la continuità dell’impresa e ad evitare problemi legali e fiscali. Inoltre, se ben strutturata, può aiutare a minimizzare l’impatto fiscale della successione, proteggendo il valore dell’impresa per gli eredi.

La pianificazione successoria può aiutare a:

  • Prevenire conflitti familiari e legali
  • Garantire la continuità dell’impresa
  • Minimizzare l’impatto fiscale della successione
  • Preservare il valore dell’impresa per gli eredi
  • Proteggere la reputazione dell’impresa

Come pianificare la successione

Il processo di pianificazione della successione può essere complesso e richiedere tempo. Tuttavia, con il supporto di professionisti esperti in materia di consulenza tributaria, le imprese a conduzione familiare possono creare una pianificazione successoria efficace e senza problemi.

Ecco i passaggi chiave per la successione d’impresa:

  1. Valutazione dell’impresa: valutare l’impresa e identificare le sfide e le opportunità legate alla successione.
  2. Identificazione dei successori: individuare i membri della famiglia o i dipendenti che possono assumere il controllo dell’impresa.
  3. Struttura legale: creare una struttura legale per la successione, come un trust o una fondazione, per garantire la continuità dell’impresa.
  4. Pianificazione fiscale: sviluppare una pianificazione fiscale adeguata per minimizzare l’impatto fiscale della successione.
  5. Gestione della transizione: sviluppare un piano di gestione della transizione per garantire una transizione senza problemi.

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Scadenze fiscali, cosa ricordare per il 2023

scadenze fiscali

Anche il 2023 si presenta ricco di scadenze da ricordare per i contribuenti, con il nuovo calendario fiscale e con le nuove norme contenute nella legge di Bilancio.

Oggi il Rag. Marchetti Andrea ci mostrerà quali sono le scadenze fiscali da ricordare per il 2023

Le scadenze fiscali previste per il 2023

Con l’emanazione della legge di Bilancio 2023 si aggiungono nuovi adempimenti per i contribuenti, come le nuove imposte sostitutive le quali, a parte quelle che seguono le stesse scadenze previste per i versamenti della dichiarazione dei redditi, prevedono termini di versamento da giugno a novembre 2023.

Scadenze fiscali 2023: definizioni agevolate

Nel 2023, sono state previste molti tipi di definizioni agevolate. Una delle prime è quella del 31 marzo 2023 che riguarda:

  • irregolarità formali: prima rata (pari a 100 euro) entro il 31 marzo;
  • ravvedimento speciale: il 31 marzo va effettuato il versamento delle somme dovute per regolarizzare le dichiarazioni relative al periodo d’imposta 2021 e precedenti.

Il 31 marzo scade anche il termine per il versamento dell’unica o prima rata trimestrale per regolarizzare l’omesso o carente versamento di alcune somme riferite a tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate (ad esempio delle rate, relative alle somme dovute a seguito di avvisi di rettifica e liquidazione o conciliazioni giudiziali).

L’altra data relativa alle definizioni agevolate da segnare è il 30 giugno 2023: ovvero l’ultimo giorno utile per versare l’unica o prima rata per definire le liti tributarie pendenti.

Le scadenze fiscali 2023: le imposte sostitutive

Tra le nuove imposte sostitutive introdotte dalla legge di Bilancio 2023 la prima data da ricordare è quella del 30 giugno 2023, entro questa data occorre versare l’imposta sostitutiva del 14% ai fini della determinazione, per il calcolo delle plusvalenze e minusvalenze, del valore di acquisto delle cripto-attività possedute alla data del 1° gennaio 2023.

Sempre entro il 30 giugno 2023, va versata l’imposta sostitutiva (sia per i soggetti Ires o Irpef, o con aliquote ulteriormente ridotte per i proventi accantonati per almeno due esercizi) degli utili e delle riserve di utile non distribuiti, relativi all’esercizio chiuso nel periodo di imposta 2021.

Nel mese di novembre 2023 dove si hanno anche:

  • entro il 15 novembre, il versamento della prima o unica rata dell’imposta dovuta per la rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni possedute al 1° gennaio 2023;
  • il 30 novembre è l’ultimo giorno utile per versare la prima rata dell’imposta sostitutiva sull’estromissione dei beni delle imprese individuali (la seconda rata scadrà il 30 giugno 2024).

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Chi è il consulente fiscale e cosa offre

consulente fiscale

Il consulente fiscale è la figura professionale che si occupa di assistere imprese e persone fisiche, fornendo servizi di consulenza tributaria e formazione sulla normativa fiscale.

Nell’articolo di oggi, Andrea Marchetti ci parlerà della figura del consulente fiscale spiegandoci cos’è e di cosa si occupa.

Cos’è la consulenza fiscale

Prima di capire di cosa si occupa il consulente fiscale, occorre capire cos’è la consulenza fiscale o tributaria.

Si tratta di uno dei tipi di consulenza più richiesti dalle aziende che ha lo scopo di fornire assistenza in materia finanziaria portando le attività aziendali a raggiungere nuovi livelli di efficienza e di efficacia. 

Qualsiasi sia la dimensione di un’attività, sono diversi i campi che richiedono competenze e capacità specifiche che non sempre gli imprenditori hanno.  

In questi casi, il consulente aziendale ha un ruolo fondamentale perpoter esaminare e risolvere i problemi delle aziende, fornendo delle risposte valide. 

Come agisce il consulente fiscale 

Il compito di un consulente aziendale è quello di studiare il cosiddetto contesto aziendale e quindi i dati del mercato, la concorrenza ecc. 

La fase di studio effettuato insieme agli imprenditori o con i dirigenti avrà come obiettivo quello di migliorare il rendimento delle imprese e individuare le eventuali problematiche. 

Grazie al consulente aziendale si avrà la possibilità di osservare la situazione del mercato e dell’azienda da un punto di vista esterno, di persone competenti e vigili e non coinvolte, può valutare la realtà aziendale da un punto di vista più reale.  

L’azione di un consulente aziendale si riassume in diverse fasi: 

  • l’analisi: dove si individuano i problemi che potrebbero portare a crisi aziendali; 
  • la definizione degli obiettivi: dove si stabiliscono le risorse da impiegare e le responsabilità per creare progetto di sviluppo e di crescita aziendale; 
  • il monitoraggio costante del progetto in modo da implementare delle correzioni qualora ce ne fosse il bisogno; 
  • la valutazione dei risultati ottenuti.

Le altre attività offerte dal consulente aziendale sono:

  • Tenuta di contabilità semplificate ed ordinarie di società di capitali e predisposizione di bilanci di esercizio;
  • Predisposizione di dichiarazioni fiscali (IVA, 760, 770);
  • Assistenza fiscale agli Associati;
  • Tenuta registri e libri e/o altri adempimenti per società di capitali;
  • Predisposizione di strategie con i clienti per ridurre al minimo il prelievo fiscale in maniera legale.

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Obiettivi aziendali, come monitorarli in base ai risultati

obiettivi aziendali

Ogni impresa ha degli obiettivi aziendali che spera di raggiungere e mantenere, man mano che l’attività cresce.

Nell’articolo di oggi, il Rag. Marchetti Andrea ci mostrerà cosa sono gli obiettivi aziendali e come monitorarli.

Cosa sono gli obiettivi aziendali

Gli obiettivi aziendali rappresentano i risultati che un imprenditore, da solo o insieme al team, ha stabilito di voler raggiungere nel tempo.

Ci sono obiettivi generici, tipici di una pianificazione aziendale, e altri più specifici, tipici di determinate imprese.

Per capire quali sono gli obiettivi aziendali è possibile ricorrere al metodo SMART.

Questo metodo indica le 5 caratteristiche di ogni obiettivo aziendale che sia appropriatamente raggiungibile:

  • Specifico, obiettivo raggiungibile, specificato e identificato, altrimenti difficile da individuare.
  • Misurabile, un obiettivo deve essere misurabile attraverso parametri quantitativi prestabiliti, altrimenti non potremo sapere se abbiamo fatto progressi e ci siamo avvicinati al suo raggiungimento.
  • Attraente, deve essere rilevante per il successo complessivo dell’azienda.
  • Raggiungibile, realistico e concreto per l’azienda.
  • Tempificato, stabilire i tempi di raggiungimento per evitare che non venga più perseguito in modo efficace.

Come monitorare gli obiettivi aziendali

Per poter monitorare gli obiettivi aziendali, è possibile utilizzare gli indicatoro chiave di prestazione (KPI – Key Performance Indicators) cioè dei misurabili che dimostrano l’efficacia con cui un’azienda sta raggiungendo gli obiettivi aziendali principali.

È possibile utilizare KPI a più livelli per valutare il loro successo nel raggiungimento di quanto prefissato.

A seconda delle loro applicazioni, le possono essere:

  • KPI Vendita e quindi identificare il numero di nuovi contratti firmati per periodo, il valore economico relativo ai nuovi contratti firmati per periodo, ore di risorse dedicate alla vendita ecc;
  • KPI Finanziari che permettono di identificare la crescita delle entrate, il margine di profitto netto e lordo, il Cash Flow operativo, margine operativo lordo (MOL) ecc.
  • KPI Cliente che individuano il numero di clienti mantenuti (rinnovi), la percentuale della quota di mercato acquisita ecc
  • KPI Operativi che identificano il tempo di evasione ordini, la valutazione della soddisfazione dei dipendenti

I vantaggi del monitoraggio

Monitorare gli obiettivi attraverso i KPI fornisce prove oggettive dei progressi verso il raggiungimento del risultato desiderato misurando gli aspetti fondamentali per supportare ed informare adeguatamente il processo decisionale.

Inoltre, offre un confronto che misura la variazione delle prestazioni nel tempo tenendo traccia di diverse caratteristiche delle specifiche azioni aziendali intraprese (efficienza, efficacia, qualità, tempestività, conformità, comportamento, economia, prestazione, utilizzo delle risorse).

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