Modello F24 Imu, come compilarlo

Modello F24 Imu

Come si compila il modello F24 Imu e quali sono le tipologie di modelli F24: tutto quello che devi sapere.

Il modello F24 Imu è un documento indispensabile per il pagamento dell’acconto Imu 2022, messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Il modello si può pagare in via telematica per chi possiede un conto corrente bancario online, oppure recandosi presso la propria banca o Poste Italiane, per tutti i titolari di un conto presentando 3 copie del modello compilato. Nel documento può essere indicata la data del versamento equivalente alla data nella quale verranno prelevati i soldi dal conto.

Come compilare il modello F24 Imu

È possibile scaricare online il modello in formato pdf, ed utilizzando i codici tributo appositi bisogna considerare la sezione del modello F24 Imu “Imu e Altri tributi locali” che si trova in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “importi a debito versati”.

Bisogna riportare sul modello i seguenti dati: codice catastale del comune nel quale sono situati i mobili, barrare la casella “Ravv” se il pagamento viene effettuato a titolo di ravvedimento o “Acc”, se si tratta di acconto. Se il pagamento viene svolto in un’unica soluzione basterà barrare entrambe le caselle “Acc” e “Saldo” che indica il saldo.

Nel modello devono essere indicati il numero degli immobili e l’anno di riferimento del pagamento o l’anno nel quale l’imposta doveva essere versata.

Tipologie di modelli F24

Il modello F24 viene utilizzato generalmente per versare tributi come TASI, IMU ed IRPEF.

Esistono varie tipologie di modelli a seconda delle imposte da pagare: solitamente le modalità di pagamento dipendono dal contribuente se sia titolare o no di partita IVA.

I modelli di F24 sono 4: Ordinario, Semplificato, Elide e Accise.

Il modello F24 Ordinario viene anche chiamato unificato proprio perché consente in un’unica operazione, di effettuare il pagamento delle somme previste. È utilizzato da tutti i contribuenti per il versamento di tutti i tributi.

Il modello F24 Semplificato è un’alternativa al precedente e destinato a pagare le imposte regionali, erariali, Imu compresa.

Il modello F24 Elide viene utilizzato solo se vi sono informazioni che non possono essere riportare nel modello ordinario.

Il modello F24 Accise è utile per il pagamento delle accise e per i versamenti che sono di competenza dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato.

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Blocco cessione credito Poste Italiane, come risolverlo

Blocco Cessione del Credito Poste Italiane

Cessione del credito Poste Italiane, come il risolvere il blocco e cosa prevede la normativa vigente.

È la notizia degli ultimi mesi: sono stati introdotti limiti e condizioni stringenti per chi aveva optato per la cessione del credito tramite Poste Italiane in relazione alle spese sostenute nel 2021 per accedere al Superbonus e bonus casa. Dal 7 marzo 2022 è stato riattivato il canale di Poste Italiane ma la possibilità della cessione del credito è disponibile solo ed esclusivamente per le spese sostenute nel 2022, in relazione alle prime cessioni e per le quote annuali fruibili dal 2023.

Dunque rimangono fuori le prime cessioni del credito connesse alle spese del 2021: la scelta di Poste Italiane interessa anche istituti di credito creando una situazione di difficoltà per molti contribuenti.

Come risolvere il blocco cessione credito

I contribuenti si stanno chiedendo quale sia la via migliore per recuperare i crediti maturati connessi alle spese sostenute nell’anno 2021 e probabilmente la scelta migliore sarà quella di recuperare la prima rata in dichiarazione dei redditi 2022 che però non potrà interessare di certo gli incapienti.

Chi non ha IRPEF sufficiente per recuperare la prima rata del bonus casa, rischierà di rinunciare all’importo totalizzato cedendo le rate residue.

Secondo alcune notizie più recenti riportate dalla stampa, il Governo avrebbe riattivato la piattaforma dedicata alla misura di cessione del credito tramite Poste Italiane con l’inserimento di nuove procedure ed aggiornamenti.

Poste ha limitato il servizio ai soggetti che richiedono la cessione ad ai crediti che si possono cedere: è stato stabilito che la cessione del credito potrà essere richiesta da chi ha effettuato i lavori e li ha pagati.

Dunque Poste Italiane non acquisterà il credito di uno sconto in fattura proveniente dalle imprese ma è stato inoltre stabilito un limite massimo di credito da cedere pari a 150.000 euro. Anche la documentazione necessaria per ottenere la cessione da parte di Poste Italiane è cambiata, i documenti da scaricare online sono 6 e non più 3.

Se sei interessato a conoscere le procedure di sblocco e valutazione della cessione credito da parte di Poste Italiane, contatta subito Marchetti Rag. Andrea!

Vincolo massimo cessione del credito e bonus edilizi: le regole

Cessione del Credito per Bonus Edilizi

DL Sostegni Ter: le regole relative alla cessione del credito dei bonus edilizi. Cosa prevede la normativa vigente.

La legge di conversione del DL Sostegni-Ter pubblicata in Gazzetta Ufficiale riformula gli articoli (121 e 122) che disciplinano le regole vigenti in materia di cessione del credito dei bonus edilizi.

Cessione del credito e bonus edilizi, cosa dice la normativa vigente

In maniera specifica nel comma 1-bis viene regolamentato l’utilizzo di agevolazioni fiscali per gli interventi edilizi secondo sconto in fattura e cessione del credito e crediti di imposta riconosciuti secondo l’emergenza COVID-19.

Questo significa che, se il contribuente usufruisce della trasformazione delle detrazioni in crediti d’imposta cedibili, possono essere effettuate due cessioni ulteriori a banche, intermediari finanziari e societá appartenenti ad un gruppo bancario vigilati e ad imprese di assicurazione.

La prima cessione è dunque libera, senza vincoli (chi esegue lavori edilizi sfruttando del Superbonus puó cedere il credito all’impresa che effettua i lavori) mentre la seconda e la terza sono vincolate: l’impresa puó cedere solo a uno dei soggetti qualificati che potrá poi cedere ad uno dei due al quale credito si cristallizzerá in maniera definitiva.

Differenze tra credito d’imposta e sconto in fattura

La cessione di un credito d’imposta e lo sconto in fattura sono due formule alternative che consentono la detrazione dalla imposte sui redditi per accedere ai bonus edilizi.

Lo sconto in fattura è un contributo (sotto forma di sconto) su una spesa massima dovuta che viene anticipata dai fornitori che effettuano i lavori per poi essere recuperata mediante credito d’imposta con facoltá di successiva cessione del credito a soggetti altri.

La cessione di un credito d’imposta consente la possibilitá di cessione della detrazione fiscale da parte di un contribuente ad un ente terzo (banche, societá, fornitori di beni, esercenti di attivitá autonome) in cambio di un rimborso massimo pari alla somma prevista per la detrazione.

Il committente pagherá all’impresa che effettua i lavori la fattura piena per poi cedere il credito che gli spetta a intermediari finanziari (banche, poste e assicurazioni) che restituiranno la somma dovuta.

Per ricevere maggiori informazioni sui vincoli delle cessioni del credito contatta Marchetti Rag. Andrea.

Cos’è lo sconto in fattura e come usufruirne: cosa sapere

Sconto in fattura

Lo sconto in fattura è una diminuzione del 50% fatta direttamente sul totale dell’acquisto effettuato. Come funziona e cosa c’è da sapere.

Avete mai sentito parlare di sconto in fattura? Probabilmente chi ha scelto di ristrutturare casa tra il 2020 e il 2021 ne sarà al corrente. Ma non temete, in questo articolo, faremo un po’ di chiarezza sull’argomento.

Cos’è e come funziona lo sconto in fattura

Di fatto non è altro che una diminuzione del 50% fatta direttamente sul totale dell’acquisto effettuato.  Facciamo un esempio concreto. Vogliamo rifare gli infissi del nostro appartamento e il costo totale da sostenere è pari a 10.000 euro. Mica poco! Con lo sconto del 50%, però, dovrete pagare 5.000 euro all’impresa fornitrice. In questo modo la ditta che ha fatto i lavori si vedrà restituire i 5.000 euro non pagati dal cliente come credito d’imposta.

Lo sconto verrà poi presentato all’interno di regolare fattura insieme a tutte le voci di acquisto che rientrano nell’ecobonus. Il pagamento potrà essere effettuata dal cliente con bonifico, restituendo solo il 50% della somma totale. Tutto chiaro?

A chi è destinato

Adesso che sappiamo in cosa consiste lo sconto in fattura, vi starete chiedendo a chi è destinato. Possono beneficiarne tutte le persone, residenti o non residenti nello stabile interessato dalla ristrutturazione, con qualsiasi tipologia di reddito.

Con questo sconto anche le persone incapienti, ovvero tutti i soggetti che non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi o hanno imposte IRPEF basse, possono beneficiare del bonus per le ristrutturazioni. Quindi, se disponi di questi requisiti, potrai avvalerti anche tu del bonus.

Il Ragioniere Andrea Marchetti è specializzato in consulenza tributaria grazie alla sua professionalità e grande esperienza.

Se hai bisogno di maggiori informazioni o di una consulenza specifica su come ottenere uno sconto in fattura, vai sul nostro sito e richiedi un appuntamento.

La cessione del credito: cos’è e in cosa consiste

Cessione del credito

Cos’è la cessione del credito, a chi è possibile cederlo e quali sono i due diversi tipi.

La cessione del credito è un accordo contrattuale che prevede il trasferimento del diritto di credito di un soggetto (cedente) ad un acquirente terzo (cessionario) che lo acquista ad un determinato prezzo per poi procedere alla riscossione nei riguardi del debitore (ceduto).

Per spiegarlo in termini più semplici ed attuali, bisogna far riferimento alle modalità con le quali è possibile usufruire delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica, introdotte dal Decreto Rilancio.

In tal senso la cessione del credito d’imposta consiste nella possibilità di cedere il credito che si otterrebbe beneficiando dei bonus fiscali a soggetti terzi, in modo da ottenere una liquidità immediata. Nello specifico tramite la cessione del credito il soggetto contribuente pagherà la ditta che effettuerà i lavori (cedendo il credito a banche, assicurazioni o Poste) che successivamente gli restituiranno il credito equivalente.

A chi è possibile cederlo

Nello specifico può essere richiesta per i seguenti interventi:

  • recupero del patrimonio edilizio;
  • efficienza energetica;
  • adozione delle misure antisismiche;
  • recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti;
  • installazione di impianti fotovoltaici.

Oltre ad includere gli interventi citati, il credito d’imposta può essere ceduto ai fornitori di beni o servizi necessari alla realizzazione dell’intervento, a terzi (soggetti privati come altri condomini, società, enti o professionisti) e ad istituti di credito o intermediari finanziari.

I due diversi tipi

La cessione del credito può essere di due tipi: Pro Soluto e Pro Solvendo.

La cessione Pro Soluto si verifica quando il creditore che cede il credito, garantisce al cessionario soltanto la sua esistenza, non dando garanzie rispetto al debitore che ne provveda effettivamente al pagamento. In tal caso il rischio dell’inadempimento passa al cessionario.

La cessione del Pro Solvendo invece si ha nel caso in cui il creditore cedente debba garantire l’esistenza del credito ceduto ma anche la solvibilità del debitore: se il debitore ceduto non provvede al pagamento, il cessionario avrà diritto di rivalersi sul cedente.

Se vuoi ricevere ulteriori informazioni sul credito d’imposta, contatta subito Marchetti Rag. Andrea!

F24 Ordinario: cos’è, come si compila e quando viene utilizzato

F24 Ordinario

Il modello F24 è un documento utilizzato da tutti i contribuenti per il versamento di contributi, tributi e premi.

Il Modello F24 viene detto anche “unificato” perché consente di effettuare in unica operazione il pagamento delle dovute somme. Non esiste un’unica tipologia di Modello F24 ma ce ne sono 4, a seconda delle specifiche imposte da pagare: Ordinario, Semplificato, Elide e Accise.

Quando viene utilizzato il Modello F24 Ordinario

Il Modello F24 Ordinario viene utilizzato da tutti i contribuenti per il versamento di tutti i tributi. È la versione classica e “tradizionale” adatta alla maggior parte dei casi (versamenti di imposte sui redditi, Iva, ritenute, contributi INPS, diritti camerali) mentre l’F24 Semplificato consiste in una versione ridotta con la quale effettuare soltanto alcuni tipi di versamenti.

Le differenze tra il Modello Ordinario e quello Semplificato si notano già dalla versione cartacea in relazione allo spazio di compilazione: il Modello Ordinario offre molte più sezioni e campi rispetto al Modello Semplificato. Diversamente dal Modello F24 Ordinario, il Semplificato permette di effettuare soltanto alcuni tipi di versamenti come le imposte erariali, regionali e a favore degli enti locali.

Come si compila il Modello F24 Ordinario

Il Modello F24 Ordinario si compone di diverse sezioni (erario, INPS, regioni, IMU e altri contributi locali, enti previdenziali e assicurativi) e la prima fra tutte da compilare è quella relativa alla sezione anagrafica (situata nella parte iniziale del Modello). Successivamente si passa alla compilazione delle sezioni relative ai versamenti, indicando le rispettive somme da trascrivere sempre con due numeri decimali dopo la virgola.

Nella sezione erario andrà indicato il codice tributo specificando l’anno di riferimento e gli importi, nella sezione INPS invece è prevista la compilazione del codice della sede INPS di riferimento con la causale identificativa del versamento.

Tutte le sezioni seguiranno la medesima compilazione come nel caso della sezione relativa all’IMU nella quale andrà inserito il cosiddetto codice Belfiore (o codice catastale del comune di riferimento).

L’ultima sezione somiglia a quella relativa all’INPS con l’inserimento di codici forniti direttamente dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.

La sezione del saldo finale in fondo al modulo corrisponde infine alla somma di tutti i saldi delle righe sopra compilate.

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F24 semplificato: cos’è e quando viene utilizzato

f24

Il modello F24 semplificato è un pagamento unificato che consente il pagamento ai contribuenti di tributi, contributi e premi. Andiamo a scoprire nel dettaglio di cosa si tratta quando viene utilizzato.

Quando si utilizza il modello F24

Il modello unificato F24 permette di effettuare il pagamento delle dovute somme in un’unica operazione. Nello specifico tale modello viene utilizzato per pagamenti sull’Iva, contributi Inps, Inail, Inpgi, Enpals, Imu, Imi, Imis, Tari e Tasi, tasse scolastiche, interessi, accise, diritti camerali, imposte sui reddit, imposta sostitutiva sui finanziamenti ed imposta sulle assicurazioni.

Solitamente il pagamento avviene a seconda se si tratti di un contribuente titolare o meno di partita Iva: nel primo caso, essi sono obbligati ad effettuare i versamenti previsti tramite la modalità telematica.

I titolari di partita Iva possono dunque pagare tramite servizi telematici dell’Agenzia delle Entrare o mediante i servizi di internet banking avvalendosi inoltre dell’assistenza CAF ACLI, quale intermediario abilitato sia ai canali telematici che all’internet banking.

I contribuenti non titolari di partita Iva invece non avranno l’obbligo di versamento tramite canali telematici ma potranno presentare il modello F24 in forma cartacea presso banca, ufficio postale o sportello delle agenti della riscossione.

Nel caso in cui venisse presentato un modello contenente una o più compensazioni, scatterà l’obbligo di trasmissione per via telematica.

Le differenti tipologie di modello F24

Benchè si tratti di un modello unificato, l’F24 è disponibile in varie tipologie secondo le specifiche imposte da pagare. In particolare esistono 4 modelli diversi di F24: Ordinario, Semplificato, Elide e Accise.

Il modello F24 Ordinario viene utilizzato da tutti i contribuenti per il versamento dei contributi: in alternativa vi è il modello Semplificato che invece è utilizzabile da tutti i contribuenti per pagare e compensare le imposte erariali, regionali e degli enti locali, Imu compresa.

Il modello F24 Elide è il terzo disponibile ed utile per essere utilizzato solo nei casi in cui vi siano informazioni impossibili da riportare nel modello Ordinario.

Il modello F24 Accise è infine valido per il pagamento delle accise e per i versamenti di competenza dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato.

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